PIERA CARLOMAGNO – Passione noir ma non solo Dalla cronaca giudiziaria ai romanzi gialli
PIERA CARLOMAGNO
Passione noir ma non solo
Dalla cronaca giudiziaria ai romanzi gialli
Presidente dell’Associazione Porto delle Nebbie , a lei dobbiamo uno del festival più prestigiosi del sud SelerNoir festival. Le notti di Barliario. È stata cronista giudiziaria e da quegli anni ha preso spunto per cominciare a scrivere i suoi romanzi. Ha risposto per noi ad alcune domande.
- Il tuo romanzo parla di donne: moderna e antica Viola Guarino è un personaggio che esce dagli schemi, come è nato?
Mi ispiro a una patologa e antropologa forense modello, la colloco al Sud, le offro un po’ di caratteristiche che mi appartengono e le rendo straordinarie, immagino una personalità forte, un fisico gradevole, una sensualità interessante. Il personaggio principale di una storia svetta sugli altri, può crescere nel tempo e deve essere pronto a crescere. Viola l’ho voluta così, piena di potenzialità, ma ancora un po’ oscura. E’ il bello di poter inventare. Di certo Viola incarna la terra di Basilicata, così come io l’ho voluta rappresentare. Oscilla tra una grande professionalità e una fama da strega. Un po’ ci soffre, un po’ ne gode
- È una protagonista perfetta per la lunga serialità, stai già pensando al secondo volume?
Comincio a scrivere, finalmente, dopo il lungo tour di presentazioni di “Una favolosa estate di morte”. Quanto alla pubblicazione, tengo le dita incrociate
- Matera è sicuramente una delle protagoniste della storia, in questo noir ci sembra che tu abbia colto l’occasione per raccontare la sua trasformazione da città povera a futura capitale della cultura, sei d'accordo?
In realtà volevo ambientare il mio noir in Basilicata, la mia terra d’origine. Poi, in effetti, eravamo alla vigilia di Matera 2019 e allora ho deciso di partire da questo evento, dai cambiamenti che avrebbe portato, dai soldi che sarebbero arrivati, il movimento, la modernità che avanzava e prometteva
- Quali consigli daresti a chi vuole scrivere gialli o noir?
Leggere, scrivere, raccontarsi la verità, non demordere
- Come trovi gli spunti e le idee per le tue storie?
Non so, capita. La realtà che mi circonda, le cose che mi accadono, i sogni, quello che vedo per strada
- Quanto è importante documentarsi?
Bisogna farlo, ma senza diventare pedanti. Non bisogna sapere tutto di un argomento, altrimenti scriviamo saggi. Il romanzo ha bisogno degli occhi e dell’anima di chi scrive, del ricordo dell’emozione e della voglia di raccontare
- Inizi il romanzo solo se hai una scaletta ben definita o scrivi di getto?
Io vi dirò, non so bene cosa sia una scaletta. Io vedo la vittima. O le vittime come nel caso di “Una favolosa estate di morte”. Poi devo sedermi e scrivere. Non so nulla, né chi sia l’assassino, né che storia sarà. Arrivo sulla scena del crimine con l’investigatore e comincio a lavorare con lui. Arrivarci con Viola è stato emozionante
- Parti da un personaggio o da una situazione?
Ecco, l’ho appena detto, dal cadavere
- Quando scrivi hai in mente un preciso target di lettori?
No, mai. Vorrei che mi leggessero tutti
- Quanto conta l’ambientazione?
Moltissimo. E’ uno dei protagonisti. Mi piace inserire la storia gialla in un contesto preciso e importante. Mi piace raccontare i luoghi che conosco profondamente e i loro lati oscuri. Il Sud, le donne del Sud, la ribellione alla prevaricazione e all’ignoranza, i semi del cambiamento in una società che sembra restare immobile, una terra bellissima e dura in questo caso, che si mostra per passione e si nasconde per diffidenza
- A tuo avviso è importante seminare indizi che permettano al lettore di arrivare da solo alla soluzione?
Io ho un altro problema: il caso devo risolverlo io. Dunque sono all’affannosa ricerca di indizi. Non è tanto facile che io e Viola c’incamminiamo su una falsa pista, però può capitare. Più in generale l’indagine segue un percorso circolare. Alla fine troviamo. E la soluzione sta quasi sempre nel punto di partenza. Di questo, Viola è certa
- Il colpevole deve essere un personaggio che ha una rilevanza nella storia?
Non è detto. Non è sempre così nella realtà. A volte gli assassini arrivano dal passato. A volte vivono nascosti nell’ombra. L’importante è che la scoperta del colpevole sia il risultato di un’indagine coerente. Il lettore può arrivare ugualmente alla soluzione, pur senza aver conosciuto a fondo l’omicida
- Tre doti che deve avere uno scrittore di gialli/noir
Curiosità, tenacia, inquietudine (che per me è una dote)
- Con l’associazione Porto delle Nebbie, di cui sei la Presidente, organizzerete anche quest’anno Il SalerNoir? Quando è previsto? Avete già un tema?
La VI edizione confermerà il periodo aprile-maggio, lo stesso dello scorso anno. Il tema c’è, ma ne parliamo più in là
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