Haricot Vert e l’Agnolotto alla puttanesca!!!
Roccafitta.
Giornata di riposo, sto qui sdraiata sul lettino a godermi il sole di questo bel pomeriggio d’estate pensando a cosa preparare di nuovo per cena. E lo spunto è venuto, come al solito, da Haricot Vert. Dovreste conoscerlo, basta fare un click sul mio grembiule et voilà siete dentro al blog. Direi che è riduttivo definirlo un semplice blog di cucina. Qui scrittura, cucina e salute si fondono in un tutt’uno, ma non solo! C’è una cura particolare per l’immagine – non è un caso che gli abbia chiesto di fotografare i piatti che vi consiglio. Io ci ho provato, ma non riuscivo a dire con le foto tutto quello che loro sono capaci di trasmettere. Permettetemi di farvele conoscere meglio.
Christina Assouad, di famiglia cosmopolita ma marchigiana d’adozione, ironica, divertente, si definisce l’addetta alle parole. Dice di non capire nulla di fornelli, ma se leggete i suoi racconti, in particolare le sue descrizioni, vi renderete conto che c’è una grande passione per quest’arte. Quando l’ho conosciuta, ho subito sentito una grande affinità fra di noi e le ho chiesto come fosse nata l’idea di questo blog che racconta di cucina, ma anche di scrittura, di grandi chef , di grembiuli, di prodotti e di narrazione gastronomica. Con la sua aria sorniona, mi ha risposto:
«L’idea di dare vita a “Haricot Vert la Scienza che si mangia” è nata in un freddo pomeriggio d’inverno. Io e Barbara sedevamo davanti al camino acceso e lei mi mostrava le fotografie di alcune sue recenti creazioni gastronomiche. In quel momento ho pensato che sarebbe stato carino raccogliere tutte quelle immagini, aggiungerci delle descrizioni e inserirle in un contenitore virtuale visibile a tutti. Dall’idea alla creazione del food blog il passo è stato breve. Ci siamo subito divise i compiti creando due macro sezioni: il Ricettario con tutte le proposte culinarie di Barbara e Bento Box dove la mia passione per la cucina prende forma in interviste a personaggi di rilievo del mondo gastronomico e racconti sulle ultime tendenze del pianeta food.»
Il lato gastronomico vero e proprio invece è il campo di Barbara, cuoca provetta ma anche nutrizionista attenta alla giusta scelta delle combinazioni alimentari. Non a caso Haricot Vert ha un approccio al cibo goloso, ma anche scientifico. Barbara, infatti, è una biologa specializzanda in nutrizione. E la domanda è nata spontanea: si può coniugare il gusto con la buona alimentazione?
«Certamente. Ritengo sia un diritto di tutti nutrirsi bene ed essere consapevoli e divertiti di quello che si mangia» ha risposto Barbara. «Spesso non si conoscono tanti prodotti che la natura ci offre e mangiamo sempre le stesse cose. Ma se impariamo a osservare, a selezionare un prodotto al posto di un altro, a fare un giro per i mercati, a parlare con chi vende ortaggi, frutta, carne e pesce e quegli alimenti alternativi, tipo la quinoa, allora si possono creare pietanze sane e gustose. Il cibo ci mantiene in vita, per cui dobbiamo usarlo al meglio, consapevoli che un piatto buono, bello e preparato con amore per noi stessi e per gli altri sia l’ingrediente fondamentale per tutte le nostre cellule. Noi siamo convinte che si possa fare».
Ho notato che i piatti che proponete non sono tipici della cucina italiana, a volte sono rivisitazioni, altre innovazioni vere e proprie con contaminazioni di diverse culture gastronomiche. Come nasce la scelta? Quanto pesano le origini estere di Christina, che ha nel sangue l’America e gran parte del Mediterraneo?
A rispondere di getto è la cuoca, Barbara: «Sono molto curiosa. Mi interesso di scienza, moda, libri, arte, per cui la cucina diventa un mix di idee e di contaminazioni di vario tipo. Ricordo che un giorno, sfogliando una rivista scientifica, rimasi impressionata dalla bellezza di un cavolfiore; una foto lo ritraeva con uno sfondo violetto. Lì pensai che anche un ortaggio poteva diventare un piatto meraviglioso. Provengo da un paese di montagna, dove la ricotta fresca e il pane appena sfornato sono prodotti che conosco fin da bambina. Se chiudo gli occhi riconosco il loro sapore e il loro profumo, è da lì che parto quando cerco di costruire un piatto che sia innovativo. L’incontro con Christina poi mi ha permesso di assaggiare prodotti e abbinamenti che non conoscevo affatto e questo è meraviglioso, perché la mia ispirazione culinaria prende subito il volo.»
«Il fatto che le mie radici affondino un po’ ovunque nel mondo mi ha sempre spinta a sentire ogni paese come il mio e nessun luogo in particolare come casa» sottolinea Christina. «Essendo la cucina parte integrante di ogni cultura, la mia curiosità in questo settore non ha limiti. Mi capita di proporre a Barbara la realizzazione di una ricetta tipica della mia famiglia, come anche la rivisitazione in chiave italiana di pietanze i cui ingredienti originali non sempre sono reperibili nei nostri supermercati. Immagino il mondo come una grande tavola imbandita, dove ogni commensale propone al suo vicino il piatto tipico della propria nazione, descrivendoglielo in un linguaggio universale fatto di gusti unici e sapori inconfondibili.»
Il blog è nato da poco più di un anno, eppure è già stato recensito dalla rivista Il Gambero Rosso, secondo voi qual è il segreto del vostro successo?
«Forse il fatto di averlo messo online proprio il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2014, ci ha permesso di fare intuire ai più il nostro amore per la cucina. Scherzi a parte, fin dai primi post ci siamo promesse di scrivere e pubblicare solo ricette e argomenti che sentiamo nostri, nei quali crediamo e di cui ci piace parlare, sia in chiave narrativa che scientifico-nutrizionale. Spesso ci capita anche di uscire dal mondo virtuale del blog e prendere parte a eventi gastronomici, allestire dei cooking show dove ci viene richiesto e metterci in gioco con dei concorsi di cucina.»
Il mio consiglio: dopo aver letto il mio post ,cliccate sul grembiule e andate a curiosare in questo blog: vi stupirà piacevolmente. E questa settimana, inutile dirlo, il posto d’onore della ricetta spetta agli Agnolotti alla puttanesca, creazione della chef Barbara Federici.
Ingredienti ( per 4 – 5 persone)
Per la pasta (circa 400 gr)
3 rossi d’uovo, 1 uovo intero
Per il ripieno
500 gr di olive di Gaeta
Per il sugo
1 kg di pomodori ramati, capperi, basilico, 4 cucchiai di olio evo
Fate una fontana con la farina. Non tutta mi raccomando. Aggiungete i rossi e l’uovo ed iniziate a lavorare la massa aggiungendo la farina man mano. L’impasto sotto le vostre dita deve risultare morbido. Lasciate riposare una mezz’ora. Per il ripieno fate un battuto di olive. Tagliate i pomodori ramati e metteteli in una pentola con l’olio. Fateli cuocere per una mezz’ora. Frullate il tutto, passateli al setaccio e aggiungete i capperi e il basilico. Lasciate cuocere per 15 minuti. Stendete bene la pasta fino a uno spessore medio. Coppate la pasta. Riempitela con il battuto di olive e chiudete bene con le dite i vostri agnolotti. Metteteli a cuocere in acqua salata, scolateli e conditeli con il sugo preparato.
Buon appetito! Vi saluto e vi aspetto mercoledì prossimo!
Grazie mille per averci ospitate in questo vostro angolo goloso 🙂